La memoria è quel meccanismo neuropsicologico che permette di fissare, conservare e rievocare esperienze e informazioni acquisite dall’ambiente (interno ed esterno) o derivate dal pensiero e dalle emozioni.
È considerata come il “copione” che rappresenta lo svolgimento temporale dell’esistenza dell’uomo, sottolineandone la continuità e mantenendo costante la sua identità. Attraverso la memoria l’uomo è in grado di costruire la propria storia, di auto organizzarsi e di proiettarsi nel futuro.
Lo sviluppo della memoria nel corso del ciclo di vita.
Il punto iniziale fino al primo anno di vita, riguarda la memoria motoria (coordinazione, movimenti del corpo), successivamente vi è la memoria iconica (legata alla costruzione di immagini mentali del percepito e del ricordato), poi la memoria semantica o linguistica, dal 4-5° anno di vita, caratterizzate da tracce mnestiche di concetti di tipo verbale.
Studi recenti hanno dimostrato che i bambini, da 3 a 6 mesi di età, sono già in grado di riconoscere i volti delle persone che li accudiscono; dopo il sesto mese sono in grado di ordinare in categorie, volti, oggetti e situazioni; dopo il primo anno riescono a riconoscere uno stimolo acquisito precedentemente; all’età di due anni conservano numerose informazioni sulle esperienze precedenti; intorno al quinto-sesto anno di età sono capaci di raccogliere i ricordi, concettualizzarli e recuperarli quando è il momento. Già in precedenza le capacità mnemoniche si rivelano nell’apprendimento del linguaggio.
I processi mnestici fondamentali sono di tre tipi:
La memoria non è una entità unica ma è frazionabile in memoria a breve termine e in memoria a breve termine: quest’ultima è composta da due sistemi di base, la memoria esplicita e la memoria implicita.
La memoria a breve termine è associata alle prime fasi dell’apprendimento: nell’uomo permette di ricordare, per periodi di tempo brevi, quantità limitate di informazioni. Il difetto più marcato che si manifesta in pazienti con “memoria a breve termine uditiva-verbale” compromessa, consiste nell’incapacità di ripetere sequenze di stimoli verbali subito dopo la loro presentazione.
La memoria a lungo termine assicura il ricordo di quantità maggiori d’informazione per periodi di tempo molto lunghi, senza limiti ben definiti (anni o addirittura tutta la vita).
La formazione delle memorie a lungo termine richiede cambiamenti stabili nell’efficacia della trasmissione sinaptica e molto probabilmente anche del numero di sinapsi che si stabiliscono fra neuroni di vari centri del cervello.
La memoria a lungo termine (MLT), o Long-Term Memory, viene classicamente suddivisa nei seguenti sottotipi funzionali:
Sembra che venga mantenuta più a lungo della memoria semantica ed è per questa ragione che si vedono malati che hanno difficoltà a trovare le parole e che non ne capiscono il significato ma che riescono, invece, a cantare vecchie canzoni.
Per approfondimento
(A cura della dottoressa Angela Chiara Leonino)
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