Fino a che punto feriresti un innocente?

Fino a che punto saresti in grado di ferire un innocente se fosse qualcuno con un ruolo autoritario nei tuoi confronti a chiedertelo? Questa è la domanda che si pose lo studioso Stanley Milgram nel 1961. Egli voleva capire in modo effettivo quanto una persona si sarebbe spinta oltre nell’infliggere punizioni dolorose ad un innocente e così decise di condurre un esperimento per avere dei dati concreti da analizzare. Il suo scopo, era quello di dimostrare che il soggetto dell’esperimento avrebbe imposto anche pene dolorose ad un innocente supplicante solo perchè era l’istruttore dell’esperimento a chiederglielo.

L’esperimento sull’obbedienza all’autorità

Per dare adito alla sua tesi, egli si servì di persone tra i 20 ed i 50 anni scelte senza preferenza di sesso o etnia e le divise in due gruppi: al primo gruppo spiegò che avrebbero interpretato la parte della vittima fingendo, mentre al secondo spiegò il loro ruolo nell’esperimento. Dunque fece un sorteggio fasullo, dove divise nuovamente i soggetti tra coloro che dovevano manovrare una macchina e chi, invece, doveva rispondere a dei comandi. All’interno della stanza, dunque, c’erano tre persone:

  1. Milgram , ovvero l’esaminatore,
  2. il soggetto da testare, e quindi colui che azionava una macchina,
  3. ed il soggetto complice, che serviva a persuadere il soggetto testato per la riuscita dell’esperimento.

Il funzionamento era molto semplice, si richiedeva al complice di fare dei piccoli quiz di memoria legati ad alcune parole, se la risposta era sbagliata, allora l’esaminatore, Milgram, impartiva l’ordine di dare una scarica elettrica al complice che, chiaramente, doveva fingere dolore. Per far si che il soggetto del test si rendesse conto quanto questa scarica fosse dolorosa, glie ne fecero provare una di piccola intensità; tutte le altre, chiaramente, erano di forza maggiore. Ogni volta che il complice sbagliava una risposta, il teste doveva azionare una scarica elettrica di intensità sempre maggiore come a “punire” la risposta sbagliata. Ai complici, dunque, non solo fu richiesto di mentire, ma di intensificare la scena di dolore a seconda di quanto sarebbe stata alta l’ipotetica scarica che, chiaramente, in realtà non ricevevano affatto.

Le conclusioni

Il risultato che ne scaturì fu quello che tutti i soggetti imposero scariche ai complici dalle urla strazianti solo perchè era l’esaminatore a chiederlo; solo alcuni essi si fermarono dopo la scarica di 300 volt, ma solo perchè avevano capito che chi gridava ad un certo punto non avrebbe più risposto. A quel punto provarono a scambiare le parti, l’esaminatore si mise come vittima degli elettrodi, e quello che, inizialmente era il complice chiedeva di infliggere la pena. Il 100% dei testati non inflisse nessuna scarica all’esaminatore perchè egli veniva riconosciuto come l‘autorità. Anche nel caso in cui erano i complici a chiedere la scarica elettrica e l’esaminatore ordinava di smettere, nessuno azionò la leva, poichè per loro era sempre e solo più importante la volontà dell’esaminatore.

Milgram, tra le altre cose, aveva stimato che solo l’1/2% dei soggetti sarebbe arrivato ad imporre una scarica di 450 volt, al contrario, quasi tutti i soggetti la inflissero. L’esperimento successivo, inoltre, ha dimostrato come il sesso dei testati era irrilevante nel mantenere la condotta sadica, così come era impossibile che essi non si rendessero conto del dolore che infliggevano, in quanto, le finte vittime, erano state addestrate ad urla esponenzialmente sempre più strazianti.

Questo dimostra come quasi la totalità delle volte, facciamo qualcosa solo perchè è l’autorità a chiedercelo, e che il soggetto è spesso incapace di contrastare l’ordine del capo che lo incita ad eseguire il suo dovere. Cosa sarebbe accaduto se i complici non fossero stati tali e ci fossero state delle vittime reali? O dei morti? Anche se può sembrare un paragone molto forte da fare, provate a pensare alle conclusioni di questo esperimento durante la seconda guerra mondiale, in cui milioni di ebrei furono uccisi per volere di uno. Di certo molti soldati concordavano con il suo modo di pensare, ma è pur vero che questo esperimento è la prova che, probabilmente, anche nel caso in cui qualcuno non fosse stato d’accordo, l’avrebbe fatto comunque; perchè se chi ci chiede di infliggere dolore per noi è un’autorità, in qualche modo non ci sentiamo responsabili del dolore che impartiamo.

Erika Lisuzzo
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