Se i vostri bambini si svegliano spesso nella notte ed in preda ad uno stato di ansia ed intensa agitazione, allora potrebbe trattarsi di Pavor Nocturnus. Questa condizione, dal nome latino, significa, a tutti gli effetti, “terrore notturno” e fa parte delle parasonnie, ossia dei disturbi del sonno chiamati “perturbazioni” non patologiche e, soprattutto, passeggere.
Il fenomeno, che si verifica principalmente in età prescolare, può cominciare a manifestarsi sin dai primi anni di vita e dà più o meno le stesse impressioni a tutti i genitori/ tutori: il bambino si solleva dal letto ed inizia a piangere in una maniera eccessiva ed inconsolabile, non risponde ad alcun richiamo e presenta spesso gli occhi sbarrati ma, allo stesso tempo, sembra incapace di vedere. In questi casi, dunque, è più importante conoscere quali sono le cose da non fare: non provate a svegliare il bambino, non prendetelo fra le braccia e non toccatelo; provate, al contrario, a consolarlo con un tono di voce calmo e tranquillo.
Ma perchè parliamo di non svegliare il bambino se egli è con gli occhi aperti? Perchè anche se difficile da credere, egli sta dormendo nella fase più profonda del sonno, la non-REM. Pertanto non è consapevole di quello che sta accadendo. Il fenomeno, infatti, a differenza degli incubi, non si manifesta e non vi è conoscenza di quanto in atto. Può durare da pochi minuti fino a mezz’ora e tra le altre reazioni riscontrabili dai genitori ci sono altri sintomi come la sudorazione, la tachicardia e la rigidità muscolare.
Anche se può sembrare preoccupante, quella del Pavor Nocturnus non è una patologia psicologica e non vi è nulla per cui allarmarsi. Il vostro bambino, infatti, al termine del tutto, tornerà a dormire serenamente come se nulla fosse accaduto; l’evento, infatti, lascia una vera e propria anamnesi, egli quindi, non ricorderà quanto accaduto oppure lo ricorderà in modo abbastanza difficile e sfocato. Per cui un’altra delle cose da non fare è spiegare a vostro figlio cosa è accaduto nella notte, questo potrebbe far nascere in lui episodi d’ansia ed attacchi di panico più difficili da gestire e, soprattutto, patologici.
Le cause di tutto ciò sono ancora sconosciute. Il fenomeno, che può protrarsi fino anche oltre i 10 anni, trova coinvolto lo stress e varie condizioni che disturbano il normale decorso del sonno come: la febbre, la vescica piena, l’asma, le apnee notturne, la cattiva respirazione, otite e persino il reflusso gastro-esofageo. Tutte le reazioni di cui accennavamo prima, ossia tachicardia, sudorazione, irrigidità muscolare ma anche pallore o arrossamento, dipendono, invece, da una forte ed improvvisa attivazione del sistema nervoso del bambino. Per questo, ritorniamo a sottolineare che non vi è alcun disturbo neurologico o affettivo, non si tratta di un attacco di panico ma esattamente di un fenomeno come quello del sonnambulismo; su cui ci concentreremo nel prossimo articolo.
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