Quante volte ti sei ritrovato a dare una risposta che non rispecchiava la tua opinione solo perchè era unanime per un gran numero di persone? Sebbene noi proviamo a gran voce a dire il contrario, purtroppo l’opinione altrui ci influenza eccome, e lo psicologo Solomon Asch ne diede prova sin dagli anni ’50. Egli, per dare adito alla sua tesi, decise di fare un esperimento in cui testava quanto le risposte di 7 studenti potessero essere influenti sul parere di uno; vediamo come strutturò l’esperimento.
L’esperimento sul conformismo
Per prima cosa, egli invitò 8 studenti in totale, 7 dei quali suoi complici ed uno all’oscuro di tutto. Il soggetto testato dell’esperimento, infatti, era proprio esclusivamente l’ultimo solo che lui non ne era a conoscenza. Per sviluppare il concetto egli piazzò davanti ai giovani due pannelli alla volta, in uno di essi, vi era disegnata una linea, mentre nell’altro, tre linee di lunghezze diverse con una lettera associata.
Lo scopo dell’esperimento, era rispondere ad alta voce dicendo a quale delle tre linee differenti corrispondeva la stessa lunghezza della prima, dando, quindi, una risposta netta tra le lettere A, B, e C. I sette complici, però, erano stati addestrati a dare concordemente 12 risposte sbagliate e solo 6 corrette su un totale di 18 domande. Le prove neutrali, ovvero le 6 corrette, furono incluse nell’esperimento affinchè il soggetto testato non si insospettisse o pensasse di avere problemi di vista; in questo modo, invece, tutto filò liscio. La risposta, che doveva essere netta, a turno e ad alta voce, avrebbe avuto il potere di influenzare l’ottavo ragazzo seppur sbagliata?
L’interesse principale dello psicologo, era proprio il comportamento che avrebbe assunto questo ottavo ragazzo una volta notato che le sue risposte erano diverse da quelle degli altri 7 ragazzi che erano sempre tutti d’accordo. Avrebbe espresso liberamente il suo giudizio oppure si sarebbe adeguato alle risposte altrui anche se valutate da lui come sbagliate? Come potrete immaginare l’esperimento riuscì e moltissimi dei ragazzi testati, scelsero di mentire, negando quindi l’evidenza a sé stessi, piuttosto che dare una risposta anticonformista, che, nonostante ritenuta giusta, non rispecchiava quella che, invece, aveva dato la massa.
Moltissime persone, infatti, dinanzi ad episodi del genere, tendono a valutare il proprio parere come poco attendibile rispetto a quello della moltitudine, dando, dunque, una risposta conforme con l’intento di adeguarsi. Gli altri testati che, invece, non dubitavano della propria opinione, diedero comunque una risposta sbagliata per evitare di esporsi pubblicamente ed essere ritenuti come devianti ed anticonformisti; questo perchè non volevano che gli altri ragazzi li escludessero a priori puntando, invece, nel fare una buona impressione.