Il trauma è la conseguenza di un evento, o una serie di essi, con caratteristiche tali da mettere un freno alla vita di chi lo accusa ed alla sua quotidianità. Essendo una cosa molto soggettiva, però, si intende trauma qualsiasi fatto che una persona percepisce come estremamente stressante da metabolizzare. Per qualcuno, ad esempio, può essere la morte di una persona cara o un abuso sessuale, per altri gli eccessivi episodi di violenza domestica o bullismo subiti tra i banchi di scuola; per altri ancora una separazione ed un divorzio improvvisi o persino un giudizio cattivo. Nel momento in cui la nostra psiche cataloga quell’evento come “non integrabile” nel sistema, i sintomi e le conseguenze possono essere impattanti e assai differenti a seconda del tipo di trauma ed anche dal tipo di supporto che si riceve dalle persone esterne a noi vicine.
A dare un scossone maggiore alla questione già critica da sé, si aggiunge il fatto che per sviluppare questo tipo di reazioni, non per forza bisogna essere i soggetti colpiti in prima persona; anche solo l’assistere a qualcosa di estremamente scioccante può far nascere un tipo di trauma che cataloga i soggetti colpiti come “vittime secondarie“. Nel caso in cui, invece, vi sia stata la presenza nell’infanzia di numerosi piccoli eventi con un impatto importante, si parla di traumi cumulativi. Essi possono sembrare, esternamente, eventi impercettibili ma che con il passare del tempo portano a creare delle vere e proprie “memorie traumatiche” congelate che rimergono sotto forma di varie sensazioni corporee, postura, movimenti o immagini che compaiono.
Questo tipo di eventi, come avrete capito già, può essere abbastanza frequente e a seconda della percezione delle nostre capacità nell’affrontare le cose; essi si possono trasformare in disturbi psicologici ancor più difficili da fronteggiare: ansia, attacchi di panico, disturbo post-traumatico da stress e non solo. A seconda di quanto l’evento è stato sconvolgente ai nostri occhi, in seguito, si può sviluppare anche un trigger, (dall’inglese grilletto) ossia un vero e proprio pulsante immaginario che evoca il ricordo sia fisico che mentale del trauma. Per questa ragione, numerosi soggetti che hanno assistito ad evento molto forte ne evitano il ricordo con tutti i mezzi possibili; il che spesso si traduce nell’assunzione di alcool e sostanze stupefacenti al fine di limitare al massimo le sensazioni e le emozioni che si provano durante la reminescenza.
Altri sintomi significativi sono la comparsa di rabbia, poichè la persona non è ancora pienamente consapevole di possedere un trigger che le evoca il ricordo, l’insonnia, dovuta ad incubi frequenti o flashback che tormentano la persona in maniera costante con immagini, pensieri ed episodi spiacevoli. Qualsiasi di questi sintomi abbiate riscontrato, sia che siate più o meno coscienti di aver subito un trauma, il miglior consiglio che possiamo darvi, chiaramente, è quello di chiedere aiuto prontamente ad uno psicologo o uno psicoterapeuta. Il dialogo, il confronto, l’analisi e l’introspezione in relazione a questo genere di eventi, seppur dolorosa, aiuta notvolmente a sentirsi meglio, a riprendere le redini nel modo adeguato e stare bene sia con sè stessi che con le persone attorno a noi.
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